sostituire i gommini di fine-corsa di una SilverReed SK328 (circa 1974)

Si notano poco, ma ci sono e hanno una funzione ben precisa: i gommini di fine-corsa aiutano il carrello a rientrare nei ranghi del letto degli aghi, agevolando il corretto scorrimento delle camme a tamburo che leggono le schede perforate. Perciò, se adesso li hai mezzi sbriciolati, o sbriciolati del tutto (quella gomma a quest’ora avrà subìto inevitabilmente le ingiurie del tempo), fai bene a comprarne di nuovi e a sostituirli.

Io li ho acquistati in coppia su Aliexpress, cercando in rete side racks spare parts Silver Reed knitting machine. Dopo circa due settimane sono arrivati imbustati dalla Cina (con furore e spendendo pochi euro).
Aggiungo il link del service di Matt O’Donnovan, che li stampa e li spedisce dall’UK.

per inserirli nella macchina fai così

  1. estrai delicatamente la parte superiore della scocca di plastica, svitando le quattro viti che bloccano i tre moduli: una di esse si trova all’interno del vano porta-accessori

2. prima di sollevare i moduli di plastica, ricorda di togliere i due tappini delle levette del lettore schede e le tre manopole del knit reader: è sufficiente fare leva con un cacciavite piatto

3. adesso puoi ripulire i residui di gomma sbriciolata e inserire i gommini nuovi: nel lato sinistro…

4. … e nel lato destro. Osservali bene per posizionarli nel modo corretto: fai un po’ di pressione per incastrare i due pallini di gomma nell’incavo della piastra di metallo, bene fino in fondo.

5. Richiudi la scocca di plastica procedendo a ritroso (non prima di aver fatto un po’ di pulizia profonda, s’intende).

Naturalmente il metodo ha funzionato anche per gli altri modelli SilverReed (Empisal/Necchi/eccetera) che ho riparato e usato, come le due Necchi 360, in cui cambia leggermente la posizione delle viti per sollevare la scocca, ma il succo è lo stesso. Fortunatamente i gommini sono uguali per le macchine standard (passo 4.5) e bulky/chunky (passo 9), mentre c’è differenza solo nelle macchine a finezza sottile, passo 3.6 mm, come ad esempio le sk270 ed sk370.

Nella Empisal Knitmaster 321 non c’è nemmeno bisogno di aprire la scocca, perché i gommini rimangono esterni. Ogni tanto una gioia.

aggiornamento (2022/09)
Con la mia nuova sk830 Silver Reed, fra gli accessori in dotazione ho trovato anche i gommini di fine corsa adatti a questa finezza (passo 3.6 mm). In realtà è evidente l’inutilità di questi pezzi di ricambio, perché il mio carrello, essendo elettronico, non usa le camme a tamburo, proprie dei modelli a schede perforate. La riprova è che nella macchina manca proprio lo spazio dove inserirli.

esorcismi

Se Dio è nei particolari, Belzebù si annida sicuramente all’interno di una macchina da maglieria usata, sottoforma di mucchietti di lanuggine e polvere, misti a grasso di macchina. Eliminare questa roba diventa dunque un’operazione necessaria al buon funzionamento della macchina, soprattutto quando la macchina è stata ferma per anni (talvolta anche per 20 o 30) e tocca a Te rimetterla in funzione.

Qui di seguito ho raccolto qualche foto di tre delle macchine che mi è capitato di sistemare in questi ultimi 7 anni (vedi lista in fondo), cominciando dall’ultima, una Brother Electroknit KH910: a parte la gommapiuma (di una barra interna che attutiva il rumore) allegramente sbriciolata dappertutto, la barra premiaghi e parte degli aghi arrugginiti, i condensatori bruciati e qualche residuo di lana sparso qua e là, la macchina era in buone condizioni, quasi mai usata.

Una volta estratto quel che rimaneva della barra premiaghi, per pulire il tutto ho usato:
• un’aspirapolvere, estirpando il grosso;
• delle pinzette, per agire nel particolare;
• uno spazzolino e un panno, per pulire le parti metalliche;
• un panno diverso per la scocca in plastica;
• della carta abrasiva media e fine, per togliere la ruggine dalla barra premiaghi e dagli aghi stessi.
In quanto a prodotti mi sono affidata
• all’olio specifico delle macchine per cucire (solo sulle parti metalliche);
• ad un detergente di tipo ‘marsiglia liquido’ (sulla plastica);
• alcool (solo sulla barra premiaghi, per togliere lo schifo appiccicoso della gommapiuma sbriciolata).
Qualcuno consiglia un bagno di petrolio bianco o acquaragia per sgrassare gli aghi, ma il mio problema era la ruggine — poca per fortuna — perciò ho preferito l’azione meccanica della carta abrasiva fine (in ginocchio sui ceci) e una passata di olio, sempre lo stesso già citato.

Per rigenerare la barra premiaghi ho seguito questo metodo, avendo già tutto il materiale necessario in casa.

Pulire l’abbassatore del carrello è cosa semplice, se ci si preoccupa di smontare una spazzola alla volta, in modo da avere sempre l’altra avvitata al suo posto, come esempio da seguire per rimontare tutto correttamente. Un altro trucco è scattare delle foto per ricordarsi la posizione delle parti che si stanno svitando. Meglio di qualsiasi manuale!

Per sapere come pulisco il carrello principale leggi questo articolo.

Il passaggio successivo riguarda l’apertura e pulitura della sede dei circuiti: anche questa è un’operazione abbastanza semplice, facilitata dall’intuitivo e pratico design giapponese di queste macchine. Si deve dunque svitare le quattro viti sopra alla macchina (vedi frecce), togliere le tre coperture di plastica cominciando da quella destra, poi quella centrale e infine la terza a sinistra (dove risiede la scheda madre), disincastrando i cavi e scollegando i pin: non ci si può sbagliare nel ricollegarli perché sono tutti diversi l’uno dall’altro e comunque etichettati.

Durante questa fase della pulizia, già che sei lì (con le mani in pasta nei meandri più remoti della macchina), puoi pensare di effettuare la sostituzione dei due vecchi condensatori dell’alimentazione, anche se integri: l’eventualità della bruciatura ho imparato ad affrontarla come una delle rare certezze della vita, perciò tanto vale prepararsi e farlo subito.

La macchina adesso è come nuova, pronta per le modifiche con la F maiuscola, ovvero l’Ayab (ne scriverò).

Segue la testimonianza fotografica di altre macchine che ho smontato più o meno a fondo: una menzione speciale va alla Necchi-360 qui sotto, i cui gommini originali di fine corsa della prima frontura (i componenti grigi immortalati nell’ultima foto) ci arrivano dagli anni ’80 belli sbriciolati; niente paura, sono facilmente reperibili online, cercando Spare part side rack for Silver Reed knitting machine: ‘Necchi’ (talvolta ‘Femac’ o ‘Dimac’), era il marchio del distributore italiano delle giapponesi SilverReed. Di questa famiglia di macchine conoscevo già, per averle smontate e rimontate, la Empisal Knitmaster 321 di mia mamma e una Necchi 260.

Signore e signori, in ultimo (per farla breve), la Brother KH840 a schede perforate: lei è arrivata da un mercatino delle pulci di Padova, bisognosa di una pulizia profonda, soprattutto per togliere l’odore di ‘scantinato buio e umido’ che saliva dalle parti metalliche arrugginite della scatola. Ora è un bijoux.


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· bobinatore elettrico Brother
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· Santagostino finezza 8 (rettilinea)
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· Brother KM2000 doppia frontura
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· Necchi 360/20 doppia frontura
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· Brother KH940 ‘FirstLady-S’ doppia frontura
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